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giovedì 22 giugno 2017
16:00

Calcio-Miracoli: La partita della vergogna

di Jacopo Ramponi e Filippo Bergamini per #tuttoilcalcioblog

Torna la nostra rubrica di storie con un'altra puntata avvincente.

Scordatevi la gloria. Questa è la storia di un miracolo calcistico, ma non fraintendete il significato della termine. In materia di calcio possiamo parlare di miracolo quando gli dei scendono in terra per cambiare il corso del destino, ma chi ha mai detto che compiono solo atti romantici? Quello che state per leggere è uno dei più grandi esempi della loro scesa in terra a scopo punitivo.

“What goes around, comes around”, proverbio americano segnato sul McGraw-Hill Dictionary di New York (il Treccani d’oltre oceano), significa che chi semina vento raccoglie tempesta. La protagonista di questa storia è la Deutsche Fußballnationalmannschaft, ossia la nazionale di calcio tedesca. Questa squadra ha seminato decisamente male, in data 25 Giugno 1982 gli dei del calcio hanno provveduto al raccolto.

La semina inizia l’21 Giugno 1978 a Cordoba, Argentina. Si sta giocando l’ultima giornata del primo dei due gironi-semifinale dei mondiali, composto da Olanda, Italia, Germania Ovest e Austria. In questa fase del torneo i due primi classificati si sfidano per la coppa e i secondi giocano la finalina. Per farla breve, Olanda piglia tutto e arriva all’ultima giornata già matematicamente in finale, l’Italia è virtualmente seconda e l’Austria è già eliminata. A sto punto alla Germania, per passare, deve vincere con l’Austria e sperare che l’Italia perda con l’Olanda.

Ultima partita, l’Italia è sotto e i tedeschi pareggiano 2-2, per differenza reti la Germania è qualificata per la finalina. Peccato che gli dei decidano di intervenire. Al minuto 88esimo il centravanti austriaco Hans Krankl dribbla tutta la difesa e insacca, 3-2 il risultato finale dallo stadio di Cordoba. Olanda in finale, Italia in finalina, Germania a casa. È appena avvenuto quello che in Austria è conosciuto come “miracolo di Cordoba”, ma che in Germania viene chiamato “vergogna di Cordoba”. Tenetelo a mente, perché tra le due fazioni si apre un conto salatissimo da pagare.

Dopo appena due anni iniziano i gironi di qualificazione ai mondiali dell’82 in Spagna, Germania ed Austria ancora una volta sono nello stesso. I tedeschi scherzano con tutti, passeggiano su tutte le squadre senza mai perdere o pareggiare. L’Austria scherza un po’ meno, ad insidiare il loro passaggio del turno c’è la Bulgaria. Queste ultime due nazionali pareggiano nello scontro diretto, a ‘sto punto agli austriaci è indispensabile la vittoria della Germania sulla Bulgaria. Detto fatto: Germania 4, Bulgaria 0. I tedeschi potevano vendicare il miracolo di Cordoba e boicottare la partita con la Bulgaria, ma non lo hanno fatto. Forse perché gli avrebbe fatto comodo avere ai mondiali una squadra che aveva un debito con loro.

Morale della favola: Austria e Germania staccano il biglietto per la Spagna. Inutile dire che i tedeschi non hanno ancora perdonato il gol di Krankl. Come da prassi, prima della fase finale del mondiale, c’è il sorteggio dei gironi. Come volete che sia andata? Austria e Germania insieme, con aggiunta dell’Algeria debuttante e Cile. Chiamiamola “sorte”.

Estate 1982, il mondo vola in Spagna dove in palio c’è la coppa d’oro, il clima è piuttosto disteso nonostante il golpe tentato (e fallito) dal colonnello Tejero l’anno prima. La partita di inaugurazione è tra Argentina e Belgio e le danze globali si aprono col botto. Maradona&co soccombono di fronte al catenaccio fiammingo, 0-1 di fronte ai 95'000 del Camp Nou. Il giorno dopo è finita la guerra nelle Falkland.

Tocca quindi ai protagonisti a scendere in campo. 16 Giugno, la Germania affronta i debuttanti dell’Algeria. Sulla panchina dei magrebini sedeva Rabah Saâdane, un allenatore-leggenda che in quel caldo pomeriggio di Gijon ha guidato i suoi ragazzi fino alla vittoria sulla Germania per 2-1. Quante storie ci sarebbero da raccontare su questa compagine africana, peccato che la loro luce sia stata oscurata da uno dei più brutti episodi di calcio della storia, ma ci stiamo per arrivare.

La Germania è con le spalle al muro, ad una giornata dalla fine è a pari punti con l’Algeria e dietro all’Austria matematicamente qualificata. Ultima giornata, ai tempi le partite non erano mai giocate contemporaneamente, i secondi a giocare avevano il vantaggio di entrare in campo sapendo già cosa avevano fatto gli altri, in modo da regolarsi di conseguenza.

Prima partita, Algeria-Cile 3-2, magrebini virtualmente qualificati, bastava che la
Germania non vincesse. Quindi ci risiamo, cosa serve ai tedeschi per passare? A loro non interessa divertirsi, a loro piace solo vincere. Qualsiasi cosa serva per farlo, loro la faranno. E così è stato.

Seconda partita, Germania-Austria. Ancora, sempre e costantemente Germania-Austria. Ricordate il miracolo di Cordoba? È giunto il momento di saldare i debiti, e riscuotere credito è una cosa che è sempre venuta bene ai tedeschi. Ciò che serve alla Germania è una vittoria senza subire gol.

25 Giugno 1982, Gijon, tedeschi e austriaci entrano in campo a sguardo basso, come se si sentissero colpevoli. In effetti lo erano. Fischio d’inizio, al minuto 11esimo arriva un cross dalla trequarti, la difesa in maglia rossa stende un tappeto di benvenuto ad Hrubesch che la spinge infondo alla rete di testa. Con il parziale di 1-0 i tedeschi sono virtualmente qualificati. Gli 80 minuti seguenti fanno capire perché i giocatori all’entrata in campo avevano l’aspetto di un bambino che torna a casa con la pagella da dare ai genitori.

Passaggi, passaggi, passaggi, vuoto totale. Nessuna parvenza di pressing, nessun tentativo di offendere l’avversario. 22 cadaveri palla al piede che temporeggiano, bevono un caffè e fanno due chiacchiere. La palla rotola lenta sul campo come se giocassero in spiaggia, ogni giocatore la avrà toccata e passata almeno cento volte. Un vero e proprio patto di non belligeranza.

Ai giocatori non è che andava bene quel risultato, non si stavano accontentando, nono! I giocatori pretendevano proprio quel risultato. Facevano palesemente di tutto perché la partita finisse 1-0. Erano tutti platealmente d’accordo nel voler biscottare la partita per far passare la Germania.

Due piccioni con una fava. I tedeschi saldano il debito del miracolo di Cordoba e vendicano la sconfitta con l’Algeria al debutto. Questo patto di non belligeranza non ha sancito un 1-0 qualsiasi. Non ha solo decretato il passaggio della Germania al turno successivo.

Questa partita e i suoi autori hanno scritto una delle pagine moralmente più grigie non solo del calcio, ma dell’intera storia dello sport mondiale. Hanno preso i valori di fedeltà e li hanno strappati come scontrini vecchi. Queste persone hanno buttato nel pattume tutto ciò che insegnereste ai vostri figli sul calcio.

Ovviamente la cosa non è passata inosservata, ne’ durante lo svolgimento ne’ dopo la sua conclusione. I tifosi presenti sugli spalti dello stadio Molinón di Gijon urlavano “Fuera, fuera” e anche ironicamente “Que se besen” (“che si bacino”). I telecronisti tedeschi hanno abbandonato la postazione di cronaca lasciando in silenzio l’orrendo spettacolo. Addirittura i telecronisti austriaci hanno esortato i telespettatori a spegnere il televisore o a cambiare canale. La FIFA, dopo lo scandalo di questa partita, ha immediatamente disposto che le partite di uno stesso girone dovranno sempre essere sempre giocate in contemporanea, onde evitare altri episodi di questo tipo.

Ma quando intervengono gli dei del calcio? Non ora, decisamente non ora. Per questioni di karma vi potete aspettare che essi puniranno la Germania facendoli uscire al turno successivo. Gli dei del calcio, però, non sono mai stai presi così tanto in giro da qualcuno, hanno quindi tenuto in serbo qualcosa di grande per i tedeschi.

La Germania passa così nel mini-girone seguente insieme ad Inghilterra e Spagna padrona di casa. Pareggiano con i primi e vincono con i secondi, chissà che avrebbe fatto l’Algeria dei miracoli al posto loro.

È semifinale, ad affrontarli c’è la Francia di Platini. I galletti sono arrivati in Spagna solo per differenza reti sull’Irlanda e sono stati protagonisti dell’evento più comico della storia del calcio: nella partita contro il Kuwait uno sceicco è entrato in campo con una valigetta piena di contanti e l’ha consegnata all’arbitro per fargli annullare il gol del 4-1 francese. Ovviamente l’arbitro rifiuta, ma lo sceicco non vuole abbandonare il campo, così alla fine viene annullato per davvero il gol, ma tanto poco dopo la Francia lo segna di nuovo.

8 Luglio 1982, semifinale tra Germania e Francia, stadio Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia. Secondo molte persone al mondo questa è stata la partita del secolo, dopo Italia-Germania 4-3 ovviamente. I tempi regolamentari finiscono sull’1-1, quelli supplementari su un clamoroso 3- 3 e i rigori in parità 4-4. Si va ad oltranza, Bossis sbaglia per i Bleu e Hrubesch insacca il rigori vittoria. Si, proprio lui, quello del gol nel biscotto con l’Austria. La storia è ciclica. Questa partita è stata così bella che ha ricevuto un nome tutto suo: “notte di Siviglia”.

Verdetto, Germania in finale con l’Italia e Francia in finalina con la Polonia. I nostri cugini d’oltralpe
vengono schiacciati dalla nazionale polacca più forte di tutti i tempi, mentre noi abbiamo un compito molto difficile: compiere la volontà degli dei del calcio.

11 Luglio 1982, non è solo il giorno della finale dei mondiali spagnoli, è anche il giorno della resa dei conti. Gli dei del calcio hanno tenuto le spalle voltate per troppo tempo. Ora, come vi dicevo, hanno in serbo qualcosa per regolare i conti.

Spettacolo in tre rate, Rossi, Tardelli e Altobelli, Italia tri-campione del mondo e Germania umiliata davanti agli occhi del mondo. Lo avete colto? Lo zampino punitivo degli dei si intende. La Germania poteva essere eliminata nel turno subito dopo Gijon, ma è andata avanti. Quasi come se una giustizia non esistesse, tutto il mondo desiderava la loro eliminazione dopo lo sporchissimo biscotto con l’Austria. Invece hanno ricevuto qualcosa di molto più malvagio di una eliminazione qualsiasi, hanno ricevuto la medaglia d’argento.

Sono stati nutriti con il frutto dell’illusione fino al giorno della finale, per poi essere brutalmente calciati giù dal paradiso, da degli storici rivali per giunta. Si sono schiantati al suolo sotto il fruscio degli applausi dei 90'000 del Bernabeu, come una preda sganciata dagli artigli di un falco.

Non tutti percepiscono la morale. Non tutti capiscono ciò che è successo. Destino, dei del calcio o provvidenza, vedetela come volete. Fatto sta che ciò che va su poi torna giù. I tedeschi hanno cercato una scorciatoia nel destino, ma la storia non è stata allo scherzo. Dulcis in fundo, giustizia è stata fatta, e così per sempre sia.

Jacopo Ramponi

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