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lunedì 10 novembre 2014

Formula Radio 2014 (18) - Hamilton ad Abu Dhabi tra +16 e +18

#tuttoilcalcioblog
di Marco D'Alessandro - Lo si sapeva, Abu Dhabi deciderà vincitore e vinto. Lo si spera, che Radio Rai possa concedere più spazio rispetto al mesto che è andato in onda per l'importante penultimo atto del Mondiale, quello di San Paolo del Brasile. C'è la crisi, (non) ci sono le Ferrari, però è piuttosto evidente la differenza con cui sono stati trattati i due sport di motore in questa annata 2014. Il Motomondiale si è chiuso ieri, a Valencia: nonostante il titolo già ampiamente assegnato con altrettanto ampio anticipo, non sono venuti a meno i ricchi contributi dal posto dell'ottimo Nico Forletta, che ha potuto seguire e raccontare la maggior parte delle tappe dei centauri con interviste, commenti, pareri, radiocronache. E' bene dirlo, ma la Formula Uno radiofonica del 2014 ha viaggiato quasi la metà di tutto ciò e se dovessimo darle un voto non si andrebbe oltre la sufficienza di stima, salvata dalla presenza di Giulio Delfino: se Alonso ha salvato la faccia alla Ferrari, il radiocronista quello della sua rete. Ci pare triste un Delfino costretto allo studio, in litigio con gli effetti di sottofondo che una volta si tramutano a tradimento dal rombo dei motori alla pubblicità della Trony, e l'altra spariscono e lasciano Giulio in silenzio nell'agghiacciante effetto catacomba. D'altronde, non ci si deve stupire se poi arrivano gli scioperi Rai dovuti ai tagli dell'informazione e, come abbiamo sentito in un comunicato, delle trasferte. Speriamo di poter riascoltare qualcosa di più completo in occasione dell'atto finale di Abu Dhabi. Magari almeno di poter ascoltare un'intervista registrata (seppur dai colleghi tv) ad Alonso, cosa che ormai non accade più neanche in 12 ore e passa di trasmissione infarcita di calcio, poi di pallone, quindi di campo, ma soprattutto di partite (nel weekend, Fiorentina-Napoli ha fagocitato i Palasport). Eppure lo spagnolo ne starebbe rilasciando di dichiarazioni di fuoco. Starebbe lasciando la Ferrari e starebbe continuando il suo stucchevole tormentone su cosa farà da grande nel 2015. Non ha ancora finito di sfogliare la margherita e, già che ne ha l'opportunità, provoca il presente e il futuro: "Potrei pure rinnovare con la Ferrari". Una bella e buona pernacchia, ma francamente stancante. E' un mese che, dal giorno all'altro, pare debba essere annunciato il suo futuro, ma sta cercando in tutti i modi di non rimanere col cerino in mano e spillare l'ultimo centesimo possibile del prossimo contratto. La (comunque bella) storia tra Fernando e la Rossa meriterebbe un finale decisamente meno polemico, magari più malinconico ed emozionale: qui invece si respira l'aria dei separati in casa che non vedono l'ora di finirla lì, anche se più da una parte che dall'altra. Ulteriore prova, le provocazioni alonsiane via Radio al suo team durante le qualifiche (su Radiouno non se n'è saputo nulla, a proposito). La pole del sabato la strappa ancora una volta Rosberg, ma stavolta riesce a proteggerla e tradurla nei 25 punti della bandiera a scacchi. Vittoria autorevole che gli mancava dall'estate e lo aiuta ad accorciare il divario dal compagno-rivale. Hamilton è stato battuto dal tedesco, in una gara in cui si è avuta l'impressione che avrebbe potuto vincere se non avesse rischiato e commesso un errore, perchè il suo ritmo di gara gli ha poi consentito di recuperare parecchi secondi e chiudere la gara attaccato ai tubi di scarico del biondino, mai però impensierito. Un Lewis forse più saggio che ha preferito non rischiare grosso, non rischiare botti o ulteriori errori in un momento caldo. Il secondo posto gli può andare bene, ma negli Emirati dovrà stare lontano dai pericoli. La Mercedes che ha tra le mani gli può andare largamente a puntino per un tranquillo secondo posto che matematicamente brucerebbe le residue speranze di Rosberg anche se vincesse la gara. Noi ferraristi, dagli inferi, invitiamo il leader della classifica a proteggersi da ogni tipo di malocchio. Basti pensare a quella quantità di punti che, ora, ha di vantaggio: intercorrono tra i sedici e i diciotto, direbbe Sandro Ciotti. Un Mondiale che può solo perdere. Ad Abu Dhabi a noi amanti del Cavallino è già dolorosamente accaduto. Certo, sarebbe una grossa cialtronata se Hamilton non dovesse essere iridato arrivando terzo alla bandiera a scacchi, ma perdente per via dei punti doppi. Per l'andamento dell'annata e i valori che abbiamo visto, sembra strano immaginare che qualcuno riuscirà a intromettersi nel discorso riservato alle due Mercedes. Solo guai o bucce di banana potrebbero determinare scenari del genere. Ma non si può mai dire. Anche Hamilton dovrà riuscire a vincere tutti i suoi ultimi istinti peccaminosi. A 40 secondi e sull'ultimo posto del podio, ci siamo goduti la felicità di Felipe Massa dinanzi al suo popolo e siamo tutti contenti per l'ex ferrarista, per cui in tanti dobbiamo scusarci con giudizi fin troppo gratuiti e acidi ai tempi in cui ha guidato l'Alonsa Rossa. Belle le rivincite di Felipe in questo 2014, sul podio in Italia e in Brasile. Buoni e incoraggianti i segni di ardore da Sebastian Vettel, quinto con la Red Bull e redivivo da un mese a questa parte, e da Raikkonen che chiude poco dietro ad Alonso, ma con qualche critica di troppo, stavolta dobbiamo dirlo, da parte di Giulio Delfino nel corso della radiocronaca di domenica. I due ferraristi hanno corso su due tattiche differenti e la corsa del finlandese è stata tutta tranne che da buttare: ha avuto la sfortuna di incappare in un piccolo pasticcio al suo secondo pit stop e nel finale è stato sorpassato, con grande fatica, da un Alonso con gomme più fresche. Magari l'anno prossimo, quando la Ferrari potrà tornare a disegnare e progettare monoposto affine alla guida di DUE piloti, potremmo avere riscattanti notizie. Radiofonicamente, auspichiamo già tra due settimane. Questa la sintesi dei momenti salienti di sabato e domenica, del Gran Premio del Brasile, in tv criptato e trasmesso in diretta solo da Sky. Chi si affidava alla sola Radio, avranno dovuto accontentarsi delle pause tra gli spogliatoi e il moviolone calcistico.


P.S. Diciassette non è solo il numero che segna il divario di punti tra Hamilton e Rosberg, ma era anche il numero della vettura di Jules Bianchi, per il quale continuiamo sempre a formulare le nostre speranze. Triste la notizia che il team della Marussia sia dichiarata fallita e non abbia potuto correre in Brasile, così come la Caterham per cui è in atto una raccolta fondi per salvarla.

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