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martedì 16 settembre 2014
14:26

La Radio-Pagella 2014-2015 Puntata 3

#tuttoilcalcioblog
di Francesco Furlan

Vincitore di giornata: Tarcisio Mazzeo. Prima integrale stagionale per la voce della Liguria, che conferma quanto di eccellente aveva già fatto sentire nello scorso campionato. Penso che Mazzeo (così come Del Vecchio) sia stato uno dei “tagliati” dalla spedizione Mondiale dopo l’ignobile diktat Gubitosi. Fortunatamente, il nostro sembra non aver minimamente patito il clamoroso torto subito: a dire il vero non mi era piaciuto moltissimo nella cronaca del pareggio dell’”Ossola” di sabato pomeriggio; mi è invece piaciuto assai nella cronaca della gara di Marassi. Fluido, preciso e senza quelle piccole incertezze che ne avevano caratterizzato le prime integrali dello scorso anno. In più, molto pacato in occasione dei due gol Doriani; circostanza, che, visto quanto avrebbero subito in serata le nostre orecchie, fa indubbiamente piacere. Da segnalare anche un Avallone in netta ripresa dopo le due non brillantissime prestazioni della scorsa settimana.

Top
Giuseppe Bisantis: ritorno in Veneto per il buon Giuseppe, che invece ai Mondiali c’era stato, pur senza lasciar traccia. Dopo l’incidente di San Siro alla prima giornata e le soddisfazioni date a lui ed a noi dall’Under 21, gli tocca la seconda integrale consecutiva del campionato cadetto. E, come la scorsa settimana dal San Nicola, se la cava molto bene anche nella cronaca dal Menti, nonostante qualche problema nel distinguere il Lopez che allena i biancorossi. Buon ritmo, nonostante la partita non sia propriamente spettacolare (lo ricorda un paio di volte nel primo tempo) e ottimo il racconto del gol di Avenatti. Come sempre una sicurezza Zennaro da seconda voce. Molto buona anche l’alternanza con Russo nel posticipo del Bentegodi, dove rimane su ritmi piacevoli senza essere frenetici; circostanza che, visto quanto avevano subito la sera precedente le nostre orecchie, fa indubbiamente piacere.

Antonello Brughini: eccellente due giorni anche per la voce dell’Italia centrale. Penso fosse la sua prima volta da campo principale per la puntata dedicata alla serie B (attendo eventuali smentite dagli storici del blog) ed ha assolto perfettamente al suo compito: sempre in grande spolvero con un gran ritmo ed una splendida gestione dei momenti chiave (ha anche la fortuna di prendere in diretta il gol di Falcinelli e l’espulsione di Comotto). Il suo vero capolavoro lo compie comunque nella serata di domenica, quando dimostra di essere di gran lunga il più lucido dei due deputati a raccontare la pazzesca partita del Tardini. Non sbaglia un intervento e riesce anche a supplire alle mancanze del collega. Circostanza che, visto quanto stavano subendo in quel momento le nostre orecchie, fa indubbiamente piacere.

Nico Forletta: aspettava da un anno il ritorno di Rossi sul gradino più altro del podio e fortuna ha voluto che gli sia toccato di raccontarlo proprio sul circuito di Misano. Ottimi i suoi interventi nel corso della prima parte di Domenica Sport; ottimi anche i suoi servizi durante i vari Giornali Radio. Inizia il suo speciale con una citazione forse fin troppo illustre (“un uomo solo al comando…”), ma tutto sommato, stavolta, vista l’eccezionalità dell’evento, gliela possiamo perdonare. Un inizio di stagione scoppiettante per l’ottimo Nico, che ha dimostrato di essere anche un buon supplente per la Formula Uno in caso di defezioni di Delfino. E ha anche dimostrato che si può essere un filo retorici, senza sconfinare nella parodia di sé stessi. Circostanza che, visto quanto avevano appena finito di subire le nostre orecchie domenica sera, fa indubbiamente piacere.

Flop

Francesco Repice: pensavo che il nadir del “caressismo” di Repice si fosse toccato con lo spaventoso Italia-Inghilterra degli ultimi Mondiali. Il nostro sembrava poi essere discretamente rinsavito visto che poi durante il Mondiale era riuscito a contenersi, nei limiti del possibile (a parte il “Giulione” degli ottavi di finale e l’urlo belluino sul gol di David Luiz nella partita dei quarti contro la Colombia). Ed anche l’inizio di stagione aveva fatto presagire un ritorno agli amati canoni radiofonici, con cronache di ottimo ritmo, ma senza eccessi sia nell’esordio in campionato, sia per le prime due partite della nuova Italia di Conte. Tutto travolto dalla inascoltabile radiocronaca di domenica sera: preso l’aire dopo una mezz’ora di rodaggio, Repice ha infilato una prestazione da incubo, specie nel primo tempo, con eccessi davvero grotteschi sulle reti di Cassano ed Honda ed una serie di imprecisioni assortite (forse dettate anche dal frenetico ritmo della partita, in cui accadeva di tutto e di più) davvero non degne di lui. Leggermente migliore il secondo tempo, almeno fino al gol di Menez. Qui l’inconveniente è stato un altro; Repice deve essersi scordato che racconta la partita a chi non la sta vedendo: sarò anche duro di comprendonio, ma ci ho messo una ventina di secondi per capire che il Francese aveva segnato il gol del 5-3. Fortuna che a tenere in piedi la baracca ci ha pensato un Brughini lucidissimo: non oso pensare cosa sarebbe potuto accadere con colleghi un po’ meno saldi del bravo Antonello. A questo punto, spero che Repice abbia esaurito il bonus della stagione e per il prevedibile Milan-Juventus di sabato sera cerchi almeno di “radiofonizzarsi” un pochino.

Il Mondiale di pallavolo alla Rai: avevo già stigmatizzato la scelta di non mandare Antinelli ai Mondiali Polacchi, lasciandolo ad intervistare Gasperini prima ed il neo ct Conte poi. Questo basta già di per sé a indurre a tristi considerazioni sulle scelte di Rai Sport. Beffa delle beffe, Antinelli è arrivato a Lodz giusto in tempo per raccontare la clamorosa debacle della Nazionale di Berruto, assieme ad un Lucchetta talmente incredulo, da rischiare più volte il turpiloquio in diretta. Spero adesso che, eliminata la nostra rappresentativa, i cervelloni di Rai Sport lo lascino a Katowice a commentare l’ultima fase. Non vorrei che ci trovassimo una finale raccontata da studio da Colantoni o Fantasia… Purtroppo, va criticato anche il comportamento di Radio Rai durante la scorsa fine settimana: va bene che dopo la sconfitta contro la Polonia l’eliminazione di Travica e C. era matematica, ma si tratta pur sempre di un Mondiale e ritengo che il servizio pubblico dovrebbe quanto meno informarci su ciò che capita. Ha poco senso annunciare gli interventi della Collazzo in Sabato e Domenica sport, senza che poi se ne senta alcuno; ha ancora meno senso cassare del tutto i Mondiali di pallavolo dalle scalette delle pagine sportive: non avessi guardato le partite alla TV (alla TV…al computer, per meglio dire), non sarei mai riuscito a sapere i risultati della nostra Nazionale nelle partite contro Argentina ed Australia. Non va bene.

La nuova organizzazione dei Giornali Radio: mi distacco un poco dall’argomento sportivo. E’ iniziato ieri il nuovo corso di Mucciante per quanto riguarda l’organizzazione dei vari GR sulle tre reti Rai. Io non discuto l’opportunità di infilare un GR ogni mezz’ora su Radio Uno (anche se temo che qui possa applicaris la saggezza popolare: “il troppo stroppia”): però, anche se si rafforza vieppiù il ruolo della “radio mamma” come rete principe dell’informazione, non vedo perché vadano penalizzate anche le altre due testate. Il Radiomattino delle 7.30 (amo ancora chiamare così il Gr2) è stato per anni (e penso lo sia tuttora) il Gr più seguito della Rai. Non dico di tornare all’epoca del mitico Gustavo Selva della mia infanzia, quando la durata era di mezz’ora effettiva. Però non capisco perché sia necessario ridurlo ad un mini-Gr di 12-13 minuti (sport compreso, dato che i tre minuti di pubblicità fra le fine del Gr e la pagina sportiva non possono evidentemente essere cassati), con una pagina sportiva ridotta a due mini-servizi ed un arrivederci frettoloso (lunedì servizio di Brughini da Parma e servizio di Forletta da Misano; zero Mondiali di basket; zero Mondiali di pallavolo; zero Continental Cup di atletica; zero Coppa Davis di tennis). Ancora peggio è andata al Radiogiorno delle 12.30, ridotto di fatto ad un Gr-flash. Ammetto di essere un poco abitudinario, ma siffatte novità mi pare finiscano per penalizzare la varietà dell’informazione sulle diverse testate della Rai.

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