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lunedì 26 agosto 2013

"Vettel ha due gare in più". Anche con un grande Alonso

di Marco D'Alessandro - Vettel comanda e domina, la baracca della Ferrari rimane ancora in piedi grazie ai salti mortali di Alonso. Passano le vacanze, ma in Formula 1 non sembra proprio l'ora di un cambio di vento: tutt'altro. Il tedeschino marchiato Red Bull, come direbbe Giulio Delfino, è in una botte di ferro, nonostante i più che ragionevoli tentativi di iettatura di chi sta dietro che, ormai, un'occhiata all'anno venturo sta cominciando a darla in maniera evidente, tra mercato e nuove regole.
Ma intanto si è corso a Spa, Università dell'automobilismo, laddove Alonso non è ancora riuscito a vincere e dove lo spagnolo è arrivato dopo una pausa estiva ricca di polemiche sul suo conto dopo Budapest e dopo la discutibile reprimenda del presidente Montezemolo, nei confronti di uno dei pochissimi punti di sostegno di una Ferrari sempre sull'orlo della figuraccia e puntualmente salvata. Una Ferrari che avrebbe bisogno di un certo rinnovamento tecnico e non solo di proclami, aria fritta e frasi fatte del suo Presidente.

Come ogni sabato che si rispetti, i rossi di Maranello brillano nelle loro défaillance da qualifica, ma questa volta scivolando sulla buccia di banana, perché sembrava poter essere arrivata la volta buona per piazzare la prestazione di rilievo sul giro secco, approfittando del meteo impazzito e dei segnali incoraggianti mostrati nelle precedenti sessioni, dove Alonso addirittura è stato in grado di competere per la prima fila. Nelle battute finali del sabato raccontato dalla voce di Giulio Delfino, si registra quello che potrebbe essere stato l'epic fail radiofonico di questo Mondiale.
Di Resta ipoteca la pole facendo segnare il miglior tempo prima di tutti e prima di uno scroscio, Rosberg migliora il tempo, Delfino ha una svista e la qualifica sembra al sipario: pole a Nico, via con la stupenda sigla con chitarrone elettrico e batteria per più di mezzo minuto. La sigla si esaurisce ma per magia la linea la riprende ancora il nostro Giulio: la qualifica non era ancora terminata perché Hamilton, Vettel e Webber erano riusciti a conquistare il diritto di un ultimo tentativo, avendo anticipato di pochi secondi l'esposizione della bandiera a scacchi sul traguardo. Non se ne accorge clamorosamente Giulio e quei tre approfittando della pista che andava asciugandosi, scombussolando la griglia e la pole. Errore che può capitare quando in radiocronaca si è in solitaria a parlare e controllare vari monitor e non si ha una spalla tecnica pronta a correggere, come in tv. In Ferrari però al muretto sarebbe come un esercito e loro si che sono colpevoli. Alonso e Massa non riescono per pochi secondi a prendere quel giro in extremis e devono desistere in nona e decima posizione. Colpa anche di Fernando che va in testacoda e perde quei secondi. Colpe anche della Ferrari, a sentire lo spagnolo che lamenta un'errata valutazione del carburante a disposizione. Le possono raccontare di ogni: il fatto incontrovertibile è che ancora una volta, in una situazione intricata in cui si richiede lucidità e acume strategico, i nostri eroi combinano il pasticciaccio. E non serve a nulla andare a twittare sugli organi ufficiali: "Ma che sfortuna!". Magari a pochi giorni dalle celebrazioni ufficiali dei 25 anni dalla scomparsa di Enzo Ferrari, avrebbero potuto evitare di contraddire uno degli aforismi storici del Fondatore del cavallino: "La fortuna e la sfortuna nelle corse non esistono".

 

La solita domenica da riscrivere e da rattoppare per salvare il salvabile. Tradotto: Alonso che deve travestirsi da supereroe. Da nono a quinto allo scatto, fino ad incantare con una guida piena di rabbia e coltello tra i denti. Webber, Rosberg, Button, Hamilton, li macina tutti. Mercedes e Lotus nuovamente scavalcate dalla Ferrari numero tre. Il miglior Alonso dell'anno sarà secondo già a metà gara. Non basterà, dinanzi all'espressione della perfezione messa in pista da Vettel e della sua Red Bull. Delfino prova inizialmente ad agitare i rimpianti della qualifica, ma man mano che il duello si sviluppa a distanza, la realtà prende forma: sarebbe stato imprendibile anche senza gli scivoloni. Vettel su vettura perfetta è un rullo compressore, ma certi errori non sono comunque giustificabili. La gara è chiusa con largo anticipo. Giulio prova a concentrarsi invocando una safety car o facendo le capriole per far venire giù qualche goccia d'acqua che però scenderà solamente nel nostro stivale.
Da sottolineare una nota positiva della puntata di Domenica Sport, l'interazione da studio e inviato. Con la diretta di una corsa, la conduzione di Paolo Zauli (navigato nel mondo dei motori) ci è sembrata decisamente opportuna anche per analizzare e approfondire nei momenti morti, così come è avvenuto nel corso di Spa. C'è stata anche occasione per chiarire un episodio su quelle dichiarazioni di Fernando che hanno fatto scalpore, retroscena che davvero in pochi hanno riportato sugli organi di stampa. Lo spagnolo ha fatto sapere di non aver mai detto di volere la macchina degli altri, la Ferrari ha "sbobinato" tutte le registrazioni.


Ogni weekend di Formula Uno come si rispetti si deve chiudere con lo Speciale del tardo pomeriggio, con Giulio Delfino che intervista Leo Turrini. Massa che parte affianco al compagno di squadra ma prende 40 secondi, l'altalenante Mercedes come Lady Gaga, Monza che diventa l'ultima spiaggia per cercare di tenere vivo il campionato. A proposito: Vettel ha vinto il 31° Gran Premio della sua carriera. Sarebbe uno smacco se il tedeschino, a Monza, dovesse raggiungere le 32 di 'Nando a casa della Ferrari.


Ma per chiudere la pagina di Spa, dobbiamo tornare alla vigilia di questo weekend e all'onda del cascomercato, nelle ultime settimane più dilagante che quello calcistico. La carne al fuoco è quella della Ferrari che sembra sul punto di riportare Kimi Raikkonen a Maranello, per affiancarlo a Fernando Alonso. Nella giornata di giovedì, Giulio Delfino via twitter affermava che al 99% il ritorno del finlandese non si farà, riaprendo però spiragli nei giorni successivi. Come per magia, Kimi ha avuto a che fare con improbabili guasti tecnici che lo hanno costretto al ritiro in gara dopo 27 corse consecutive concluse in zona punti. Ma anche se non si tratta di Radio Rai, noi vogliamo ospitare ancora un commento di Leo Turrini, intervenuto a Radio24 nella trasmissione "Tutti Convocati". Doverosamente, vi facciamo ascoltare dalla sua voce, perché la Ferrari non dovrebbe assolutamente farsi sfuggire l'opportunità di riportare il finlandese sotto le insegne del Cavallino.


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