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venerdì 1 marzo 2013

Dietro al microfono: intervista a Roberto Gueli

di Massimo Raibobo Verona
L'intervista di questa settimana è dedicata all' "Ordinario di Radiocronaca" con cattedra a Palermo.
E' il turno di Roberto Gueli, inviato della sede Rai del che da anni segue i rosa-nero.


Domanda di rito: esordio a Tutto il calcio?
L'esordio a " Tutto il calcio ..." e' datato fine anni 90. Era il '97 ed il Palermo retrocedeva dalla B alla C1.Luigi Tripisciano, il radiocronista titolare da Palermo, decise di regalarmi una chance che presi al volo. Era l'ultimo campo collegato: Palermo-Chievo Verona. Pochi intimi sugli spalti ma ricevere la linea a da Alfredo Provenzali mi fece immagine lo stadio pienissimo. Da quel momento cominciò l'avventura....

Ci racconta la sua storia in Rai? 
La mia storia in Rai e' fatta di contratti su contratti da precario. Il primo il 7 gennaio 1992 alla rubrica sportiva della Tgr della domenica e del lunedi. Cosi per altri 6 contratti piu' o meno lunghi. Arrivavo da un lungo peregrinare in tv e radio private e collaborando con giornali e settimanali da Palermo. L'ultimo contratto nella stagione 96-97 a Raisport-Milano ed infine l'assunzione.
Sono conduttore e radiotelecronista e capo servizio dal 2002

Che differenze trova, se ci sono, tra un radiocronista della redazione e una delle sedi regionali?
Nel gruppo di " Tutto il calcio.." c'è grande professionalità e voglia di far bene. La passione è alla base di tutto: non trovo differenze fra colleghi della redazione centrale e colleghi delle sedi.
C'è interscambio anche per i commenti e questo avvalora l'intero lavoro di tutti

Pessima stagione per il Palermo? Quali sono i motivi della caduta?
Il Palermo due anni fa era finalista di coppa Italia e tra le prime della serie A. Poi Zamparini ha deciso di vedere i pezzi pregiati e tutto è precipitato. Lo scorso anno la salvezza e' stata conquistata con fatica ora c'è la concreta possibilita' di retrocedere in B. Un peccato davvero perchè la città e la tifoseria non meritano tutto questo

Se le chiedessero di scegliere tra la redazione regionale e il GR1 Sport?
Le scelte sono sempre difficili. Ci sono tante cose che ti coinvolgono nella vita privata e quindi bisogna riflettere molto a lungo. Al momento sarei diviso al 50%!
Però chissà a 44 anni sarei pronto ad un'avventura romana, ma senza perdere le radici di casa.

Un suo ricordo di Alfredo Provenzali
The voice Alfredo lo ricordo per tante cose. La prima volta che mi ha girato la linea; la prima volta che mi ha chiesto l'intervento più breve ma anche la prima volta che l'ho incontrato in riunione a Roma. Con lui grande amizia e rispetto: per due volte ho avuto l'onore di invitarlo per incontri con studenti a Palermo e per l'oscar del calcio a Vittoria che spesso presento. Un vero signore nella vita e a lavoro.

Noi siamo cacciatori di aneddoti: ha alcune storia dagli stadi o dalla redazione che le piacerebbe raccontare e rendere pubblica?
Aneddoti e storie tante. Le mani gelata durante la prima radiocronaca; o quando è andata giù la voce o quando raccontanto un gol di Amauri allargai di cento metri il campo del Barbera. E poi anche l'adrenalina nell'intervistare Mourinho al termine di Palermo-Inter (non parlava da tempo e chiarì anche l'accostamento poco elegante fra la città di Palermo e la mafia) o raccontare i gol in diretta.

Per il calcio italiano che aria tira?  Si può guardare al futuro con speranza?
Il calcio italiano è eternamente malato. Tante le cose che non vanno. Bisogna rinnovare i regolamenti, ridare spazio ai settori giovanili e non prendersi troppo sul serio. Poi è il campo a dare le sentenze: molto bene i successi di Juventus e Milan in Champions e di Inter e Lazio in Europa League: ridanno linfa al nostro pallone. E poi mi aspetto molto dalla nazionale di Prandelli

Se le chiedo i radiocronisti che hanno segnato la sua crescita come giornalista?
Sarei banale nel dire Ciotti e Ameri ma tutti sono stati un punto di riferimento. Con i compagni di scuola ci giocavamo la colazione cercando di indovinare, al massimo al venerdi, le designazioni dei campi. Quindi immaginatevi che tipo di rapporto ho avuto con questa trasmissione.

Si ricorda altri radiocronisti della storia di Tutto il calcio legati alla redazione regionale siciliana?
Il Palermo è stato per oltre 30 anni in B quindi il campo di Palermo non è mai stato fra i protagonisti. Intanto il mitico Nicolò Carosio era palermitano e poi da Palermo hanno lavorato Luigi Tripisciano, Gianni Pietrosanti, Giovanni Campolmi e da Catania Puccio Corona e Gianni Dupplicato e mi scuso se ho dimenticato qualcuno.

Si sente mai con Nicky Pandolfini? E con le altre voci?
Con Niky siamo in ottimo rapporti. Lui lavora alla sede distaccata di Catania ma il contatto è giornaliero anche perchè tg e gr regionali dedicano molto spazio allo sport ed al calcio in particolare ed essendo capo servizio lo organizzo con la collaborazione di Niky e della collega Alessandra Pinello


Noi la vediamo talvolta anche in tv? Quale dei due mezzi preferisce tra Tv e radio?
Due mezzi belli, affascinanti e molto diversi. Alla radio serve sempre... la parola e bisogna far immaginare a chi di ascolta ciò che stai vedendo. La tv ha il supporto delle immagini e quindi si deve integrare. Sono bellissime esperienze entrambe.

Cambierebbe qualcosa nella struttura della trasmissione?
Tutto il calcio va bene così. Guai a cambiare qualcosa...è una trasmissione eterna, giovane e molto seguita. Meglio di cosi?

1 commenti:

Stefano Stradotto ha detto...

Bellissima intervista, come sempre. Interessante anche scoprire Roberto Gueli precursore del Toto-Cronista :-)

NOTA

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