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venerdì 29 marzo 2013

Dietro al microfono: intervista ad Andrea Coco


di Massimo Raibobo Verona
L'intervista di questa settimana è stata rivolta alla voce della Sardegna e della scherma.
Stiamo parlando di Andrea Coco che ha risposto alle nostro domande sulla sua carriera e sul Cagliari.


Esordio a Tutto il calcio
Non ricordo con precisione se era il 1980 o l’81. Certamente era un Cagliari-Inter al Sant’Elia. Allora l’inviato nazionale (per l’occasione Enrico Ameri) si limitava al secondo tempo. Al cronista locale (nell’occasione il sottoscritto) era invece affidato il primo.

Se le chiedo di raccontare la storia del tele-radiocronismo in Sardegna che nomi le vengono in mente?
Il primo che mi viene in mente è quello dell’amico Mario Guerrini che per radio raccontò lo scudetto del Cagliari nella stagione 1969/70. E poi altri cari colleghi e amici non solo della Rai. Intanto Cesare Corda, che è stato il primo radio telecronista delle private sarde, nel 1975 (quando io ero cronista di giudiziaria a Tuttoquotidiano); e poi Antonio Capitta e Luigi Coppola, miei “contemporanei”.

Un suo ricordo di Alfredo Provenzali.
Un “grande” in tutti i sensi. Aldilà delle sue indiscutibili capacità professionali, riusciva a farsi voler bene da tutti. Non solo non faceva pesare la sua “classe” ma era anche sempre pronto a darti un consiglio, a tranquillizzarti o anche a criticarti se poteva servirti. Mi mancherà anche lui come mi sono mancati Ameri e Ciotti. “Provenza” era il penultimo dei grandi che se n’e’ andato. Fortuna che ci resta ancora il mio “adorato” Ezio Luzzi che autorizzo sin d’ora a fare tutti gli scongiuri del caso!!

Noi siamo dei cacciatori di aneddoti. Avrebbe qualche storia particolare da raccontarci relativamente al suo ruolo di radiocronista?
Tante da scriverci un romanzo. Molte sono legate agli anni della F.1, con Poltronieri e Zermiani, o ai Rally e al Motociclismo, sport che per anni ho seguito sempre per Mamma Radio. Per il calcio quella che non dimenticherò mai è legata a un Brescia-Parma di non moltissimi anni fa. Per ben tre volte di seguito, nella ripresa, parlai della sostituzione di Sereni. Prima gli feci subentrare Taffarel (che invece era il vice Frey nel Parma), poi Micillo, poi invece fui costretto a dire che Sereni non era mai stato sostituito da nessuno ed era sempre al suo posto! Mi accorsi degli errori solo perché ogni volta un tifoso bresciano, dotato di radiolina e auricolare, si girava verso di me e con il tipico gesto di dita e mano mi guardava schifato: “Ma che c…stai dicendo!?” Ancora un po’, dissi in diretta scusandomi, facevo giocare anche Zoff!


Tra i nomi che hanno fatto la storia di Tic e non, a chi si è ispirato nel corso della sua crescita?
Per timbro di voce e modo di raccontare, sinceramente preferivo Ameri a Ciotti ma non mi sono mai ispirato a nessuno in verità. E non certo per presunzione! Al contrario credo sul serio che sia inutile e anzi controproducente ispirarsi o cercare di imitare qualcuno più bravo di noi. Inevitabilimente finiresti per rimediare figuracce e l’antipatia degli ascoltatori.

Lei ha saltato l'ultima olimpiade per qualche malanno di salute. Come vanno le cose?
Ancora non bene purtroppo, grazie…zoppico. Aspetto che a giorni o settimane mi tolgano finalmente le viti dalla gamba che mi sono fratturato malamente giusto un anno fa; e che mi passi questa micidiale “algodistrofia” che mi sta massacrando il piede sinistro.

Lei è la voce tra l'altro della scherma in radio. Cambiano gli allenatori ma siamo sempre a livelli stellari. Il futuro di questo sport?
Radioso, ancora. La scherma ha grandi scuole (Jesi, Livorno, Milano, Napoli, a seconda delle armi) e ragazzi bravissimi che assicurano un serbatoio di scorta quasi inesauribile. E sa qual è secondo me, aldilà di tutti gli aspetti tecnici, il segreto del successo di questo sport? E’ l’ambiente, un ambiente che conosco da oltre 20 anni (ho cominciato a seguire la scherma da Barcellona 92 quando sostituii Cucchi che era stato prestato alla Tv per l’atletica) e che continuo ad apprezzare come pochi altri per la semplicità e disponibilità di tutti i coloro che ne fanno parte, dai presidenti (ne ho conosciuto tre, Nostini, Di Blasi e Scarso), ai maestri, agli atleti, all’ultimo dei magazzinieri. E’ davvero una grandissima famiglia che per certi versi mi ricorda quella del motociclismo anni 90-94, ai tempi di Pernat, Merendino, Sacchi, dei fratelli Pileri che ricordo tutti con grande affetto.

Altri sport che ha seguito?
Per la radio, naturalmente, la F.1 (1989 e 1990), il motociclismo (dal 91 al 94), il mondiale Rally (dal 91 al 94), il nuoto-fondo-pallanuoto-tuffi-sincronizzato (in sostituzione di Carlo Verna nel periodo in cui è stato segretario Usigrai, dal 2007 a oggi) e saltuariamente pallavolo e basket.

Che ci dice di Mastino, che quest'anno ha esordito come radiocronista?
L’ho proposto io a Cucchi e dunque non posso che pensare un gran bene di Paolo. Che è intanto un bravissimo ragazzo. E poi spero, anzi ne sono sicuro, che se Riccardo gli darà fiducia e un po’ di tempo, magari chiudendo un “orecchio” all’inizio, potrà diventare un ottimo radiocronista.

Cambierebbe qualcosa nella struttura della trasmissione?
Mi pare abbia ritmo più che sufficiente. Il problema è che oggi spesso alla domenica ci sono troppo poche partite (qualche settimana fa erano addirittura solo 4) ma è il prezzo che la radio deve pagare ai tempi della pay-tv. Credo non ci siano alternative.

Che stagione è quella del Cagliari? Molto altalenante? Perchè?
E’ vero, altalenante come le vicende dello stadio, apparentemente schizofreniche. Penso comunque che Pulga e Lopez abbiano svolto un lavoro egregio e che la squadra abbia ormai la salvezza dietro l’angolo . Peccato perché appunto senza altalena (mi dicono causata anche da qualche problemino di spogliatoio ora per fortuna superato) forse la squadra starebbe lottando per qualcosa di più, visto l’ottimo organico costruito da Cellino.

Che cose le viene in mente dopo i fatti dell' IS Arena?
Mi viene in mente che il presidente (che soprattutto per il suo carattere non è molto amato dai suoi concittadini della media borghesia ma che è adorato dai tifosi delle curve, la parte più sanguigna e verace del popolo) ha forse esagerato nei suoi comportamenti ma è certo che Is Arenas (chiamatelo pure stadio Ikea…) è un gioiellino che merita di essere completato e qualificato.

ll futuro di Andrea Coco?
Purtroppo di pensione. Con il prossimo 30 giugno –sempre che l’azienda confermi- abbasserò la saracinesca dopo 40 anni esatti di professione “onorata” (nell’ordine 5 di quotidiano scritto, 1 e mezzo di Tv privata e quasi 34 di Rai). Ho già il magone…ma cercherò di organizzarmi…


Domandone finale: che squadra tifa?
Devo dividere per 4 la risposta: primo, per tutte le italiane quando giocano con le straniere; secondo, se vince il Cagliari sono ovviamente felice; terzo, sin da bambino, quando il Cagliari era in B, ho tifato per la Fiorentina di Sarti, Robotti, Castelletti…(e potrei continuare a memoria con le formazioni di quei meravigliosi anni 50-60); quarto, per la bellezza delle loro maglie ma anche per tanti altri motivi, sono sempre nel mio cuore, nell’ordine, anche Brescia e Sampdoria.

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