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mercoledì 24 ottobre 2012

Un passo nella storia - Episodio 78

di Roberto Pelucchi

Nel 1975 Sandro Ciotti si cimenta anche con il cinema. E' infatti il regista del film "Il profeta del gol" che vede come interprete Johan Cruyff. "Insieme - si legge sui giornali dell'epoca - stanno realizzando un film sul mondo del calcio e in particolare sulla storia di un campione. Dico Ciotti: «In passato è stato per esempio realizzato "Uomini in controluce", ma non si trattava di cinema-verità, bensì di una trasposizione romanzata della vita di Omar Sivori. lo Invece racconto, esploro, giro intorno a Cruyff in presa diretta; userò materiale dal vivo e materiale di repertorio, come il suo Incredibile arrivo a Barcellona, dopo essere stato per anni il re dell'Ajax». Ciotti si arrende, a 47 anni, alla seduzione delle regia, chiamando a collaborare, per la parte musicale, il suo vecchio amico Bruno Martino, con cui ha firmato canzoni di successo. Perché si è lasciato tentare? «Non ho avuto una folgorazione — confessa Ciotti — anche perché resto fedelissimo al mio mestiere originario. Direi che è stato Cruyff a porgermi "la palla", allorché disse al produttore Ettore Quattrini, che l'aveva contattato: "Accetto ad una condizione: che a dirìgere il film non sia un registe del cinema, preferirei uno che sta "dentro" il mondo del calcio, come ad esempio Sandro Ciotti"». Ciotti e Cruyff erano diventati amici al campionati del mondo di Monaco, allorché l'asso di Amsterdam rimase incuriosito de certe osservazioni precise del radiocronista italiano che, com'è noto, vanta anche un discreto passato di calciatore".

Il 14 luglio in occasione dell'impresa spaziale Apollo-Soyuz, ossia l'aggancio in orbita di un'astronave americana con una sovietica, fu seguita dalla radio con una serie di collegamenti speciali. In studio Vittorio Roidi, radiocronache di Enrico Ameri da Houston e di Italo Gagliano da Mosca.

Il 5 marzo Juventus-Amburgo di Coppa Uefa viene raccontata in diretta da Enrico Ameri, dalle 20.30 sul Secondo programma. Il 15 settembre 1975 il primo turno di coppe europee non va in tv, gli italiani possono soltanto ascoltare alla radio il racconto di Cska Sofia-Juventus (con Enrico Ameri) e di Besiktas-Fiorentina (con Sandro Ciotti).

Sempre quell'anno, dalle 15 alle 15.25 soltanto per gli ascoltatori della Sardegna, Luigi Coppola (futuro capo dei radiocronisti sportivi) conduceva il programma "Vietato ai maggiorenni".

Le contestazioni, verbali e fisiche, ai giornalisti non sono un malcostume dei giorni nostri, ma hanno radici lontane. Sulla Stampa del 23 marzo 1975 un lettore juventino se la prende con Ameri: "Al 90° minuto della partita Cagliari-Juventus del campionato '71-72 il Cagliari segna, su infortunio del portiere Carmignani, il gol del 2 a 1 ed Enrico Ameri, il radiocronista, urla ed esulta. La domenica successiva lo stesso Ameri, durante la partita Juventus-Fiorentina, viene contestato, con stupore dei giornalisti, dai tifosi bianconeri. Domenica 16 marzo 1975: al 28° minuto della ripresa, Morini provoca l'autogol della sconfitta juventina. Ebbene, Ameri urla ed esulta! La stampa in generale si stupisce dell'atteggiamento assunto ultimamente dal presidente Boniperti. Non ha forse ragione? E meno male che domenica prossima Ameri non sarà a Torino, altrimenti ancora una volta i giornalisti si "stupirebbero" dell'eventuale contestazione della tifoseria bianconera nei confronti dell'"obbiettivo" radiocronista".

12 novembre, sempre sulla Stampa, altra lettera contro Ameri: "Da poco (è la sera del 5 novembre) è terminata la radiocronaca della partita Juventus-Borussia e sono sdegnato per il comportamento del signor Enrico Ameri che dalle sue espressioni sembrava di più un radiocronista tedesco che non italiano. Nel suo commento delle fasi del gioco abbiamo appreso che Gori ha segnato "fortunosamente", che Bettega ha segnato perché si trovava per caso da solo davanti alla porta. E sull'uno a zero, uccello di malaugurio, mentre la Juve seguitava ad attaccare ha detto: "Mentre la Juve vince il Borussia si qualifica". Questa sera la Juve rappresentava l'Italia ed allora il cronista, anche se ha dei motivi personali contro la Juve, doveva per lo meno essere imparziale".

Il giorno prima, tra l'altro, a Genova era stato contestato pesantemente Alfredo Provenzali dai tifosi granata: prima quando il radiocronista di Juventus-Lazio aveva detto che "la Juve sta andando bene, mentre il Torino stenta a Marassi", poi quando nel suo commento conclusivo Provenzali riferiva che il portiere Castellini era stato il migliore in campo. Sempre quell'anno da segnalare un'aggressione a Mario Santarelli della sede Rai di Pescara dopo il suo commento alla partita Pescara-Perugia in Domenica Sport e la contestazione a Ciotti al termine di Napoli-Cesena (il radiocronista è stato scortato fuori dallo stadio dalla polizia).

Il 21 novembre, l'ennesima lettera di protesta, sempre sulla Stampa: "Milanesi e napoletani non sono proprio capaci di accettare lealmente le sconfitte sportive. Domenica 16 novembre a San Siro il Milan le ha buscate dalla Juventus e le lagnanze non hanno tardato a farsi sentire: già Ameri nella radiocronaca non mi era sembrato affatto obbiettivo, accusando la Juve di praticare un gioco duro, tacendo invece sulle molte scorrettezze dei vari Anquilletti, Gorin e altri. E subito a fine partita le recriminazioni: i milanisti avevano attaccato per sessanta minuti senza combinare niente (e per la verità nulla a loro spettava, dato il modesto gioco) mentre la economica Juve non meritava niente; argomentazioni deboli, ripresa dal radiocronista Viola, che pretendeva di far dire a Parola che la vittoria era immeritata. Stesso discorso per il Napoli. Piagnucola Ferlaino, con sottofondo di Vinicio, su un inesistente rigore giustamente non concesso alla sua squadra e sul mani di Pulici, che la moviola secondo me non ha provato, tuona e insinua, ma dimentica che il Toro ha affondato il Napoli sul piano del gioco e per 3-1, quindi vinceva anche senza il secondo gol. Curioso anche un fatto che si ripete costantemente nelle radiocronache della domenica, quando le squadre torinesi vincono e quelle milanesi perdono, il coordinatore degli interventi, Moretti, è preso dalla fretta e passa il tempo a raccomandare ai radiocronisti di essere rapidi. Se invece Inter e Milan vincono, allora la fretta svanisce".

Una curiosità: il 23 febbraio 1975 Nicolò Carosio, storico radio-telecronista della Rai, firma un contratto con Teleadriatica, televisione via cavo di Pescara. La prima partita seguita è Pescara-Foggia.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

E chi sarebbero i giornalisti, il Vangelo, che non si possono mai contestare altrimenti si è "scostumati"? Dai, su! Anche loro spesso hanno pregiudizi e antipatie che si riverberano sul lavoro: non sarà stato magari il caso di gente come Ameri, ma succede eccome... e in quel caso le critiche ci stanno tutte, se non sono palesemente infondate e non si scade nella violenza (fisica e verbale).

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