No Tania, non può finire così!

di Davide Serusi - "Non che non può, non può finire così" cantava Eros Ramazzotti e lo vogliamo cantare anche noi per la nostra piccola ma grande Tania Cagnotto.
Ancora una volta quarto posto, come Domenica scorsa in coppia con Francesca Dallapè, per soli 2 centesimi di punto, un'inezia, un nulla, un'ingiustizia a nostro giudizio per la bolzanina che avrebbe meritato il podio olimpico dopo anni di sacrifici senza la luce dei riflettori ma con tanto lavoro assieme al padre, allenatore, psicologo e amico Giorgio Cagnotto.
Una grande gara, meglio della semifinale, eravamo quasi sicuri del bronzo, e per un attimo abbiamo sognato anche l'utopico argento (sia mai per le Queen's cinesi!). Questa ennesima medaglia di legno fa malissimo, un pugno allo stomaco, una rabbia enorme per la beffa e la sfortuna accanitasi su una ragazza dal viso angelico, semplice, simpatica, bella e tenera.
Le lacrime di Tania ci hanno colpito, commosso, stretto il cuore con una voglia enorme di abbracciarla per dirle grazie, per averci divertito, per averci fatto esultare tanto in questi anni. Ma non può finire così, non deve ritirarsi perché lei è l'atleta di punta dei nostri tuffi che faticano a trovare una nuova generazione vincente anche e soprattutto a causa della scarsità di risorse che ne limitano le strutture adeguate e le ore di allenamento.
In questi anni Tania ha raggiunto podi europei in serie, podi mondiali dietro le cinesi che hanno strutture e organizzazione federale atte a stravincere, noi con metà del lavoro cinese siamo riusciti a ottenere risultati impressionanti come lo storico argento ai mondiali di Roma 2009 nel sincro con la Dallapè, l'emozione sportiva più grande, dopo il calcio, per chi vi scrive.

Evidentemente la medaglia olimpica non fa per lei, a Rio avrà 31 anni, troppi per un'atleta dai tuffi, la sensazione è che la grande occasione sia sfumata nel giro di otto giorni, nel giro di due punti e di venti centesimi, anche per un giudice dalla votazione troppo scarsa per Tania e troppo abbondante con la Sanchez mai su un podio internazionale e con la gara della vita sfoderata proprio ieri.

Non può finire così Tania, ci sono ancora Europei da vincere e bronzi mondiali da conquistare anche per la Dallapè, per tenere in alto la bandiera dei tuffi azzurri, perché con papà Giorgio si possono ottenere grandi risultati e riprendersi con gli interessi i centesimi di punto, magari fra quattro anni perché come disse nel 2009, i sogni se non li insegui non si realizzano. E allora Tania, riposati e riprendi a correre, a inseguire il sogno affinché si realizzi. "Già da domani poi, pensando a oggi dirò, e solo ieri ormai"