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domenica 15 aprile 2012
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Stadi d'Italia: SAN PAOLO di Napoli

Lo Stadio San Paolo di Napoli sorge nel quartiere di Fuorigrotta ed è il principale impianto polisportivo della città. E’ dotato di palestre polifunzionali e di un campo da basket. È conosciuto soprattutto dal punto di vista calcistico, essendo sede delle partite interne della SSC Napoli. 

Battezzato come Stadio del Sole, cambiò successivamente denominazione per celebrare la tradizione secondo la quale San Paolo avrebbe raggiunto l'Italia attraccando nella zona dell'attuale Fuorigrotta. La struttura venne inaugurata il 6 dicembre 1959, con la gara di campionato fra Napoli e Juventus, terminata 2-1 per gli azzurri. 

Il progetto originario prevedeva solo un anello, quello attualmente al livello superiore, ma su specifiche richieste ne fu aggiunto uno inferiore, al di sotto del livello stradale. La capienza iniziale era di 87.500 spettatori in piedi. Le tribune erano in travertino, sia nell'anello inferiore che in quello superiore. 

Parzialmente riammodernato in occasione dei campionati europei del 1980 e dei campionati mondiali di calcio ospitati dall'Italia nel 1990, lo stadio è stato oggetto di ulteriori lavori di ristrutturazione e riqualificazione che hanno compreso: la costruzione della copertura e della nuova tribuna stampa su progetto strutturale dell'ingegner Luigi Corradi; il riammodernamento della pista di atletica e dell'impianto di illuminazione e l'adeguamento alle norme di sicurezza richieste dalla FIFA. Successivamente venne costruito un terzo anello, direttamente collegato alla struttura di sostegno della copertura, che portò la capienza dello stadio a 76.824 posti. Il suddetto anello, tuttavia, è stato poi inibito agli spettatori poiché, ogni volta che il Napoli segnava una rete, gli spettatori esultanti provocavano vibrazioni che, attraverso i piloni di sostegno della copertura, si diramavano nel terreno propagandosi successivamente ai fabbricati adiacenti allo stadio e causando, così, non pochi problemi agli abitanti (si sono verificate perfino lesioni all'interno degli appartamenti). 

Durante la ristrutturazione fu aggiunta la copertura sullo stadio nonostante non vi fosse stata alcuna norma della FIFA che prevedesse la copertura obbligatoria degli impianti utilizzati; l'aggiunta della copertura, inoltre, purtroppo comportò la rimozione del preesistente tabellone elettronico che era posto sulla sommità fra i settori distinti e curva A, sostituito da due scarni e semplici display elettronici monoriga sulla balaustra dell'anello superiore del settore "distinti" e di quello della tribuna centrale, che furono utilizzati, peraltro, solo durante i mondiali del 1990. Sono stati criticati anche i lavori che vennero svolti all'esterno dello stadio, come quelli alle aree fra l'impianto e l'adiacente Mostra d'Oltremare: la pavimentazione era stata realizzata con vecchie traversine di legno di derivazione ferroviaria, già di per sé altamente tossiche causa il loro originario utilizzo. La cosa fu di estrema gravità, sia perché si trattava di aree pedonali, sia perché la pericolosità dei materiali utilizzati fu totalmente ignorata dai progettisti che invece pensarono ad un originale preziosismo di natura coreografica. Le traversine vennero poi rimosse soltanto quando iniziarono a deformarsi a causa degli agenti atmosferici, sollevandosi così dal terreno e rendendo di fatto pericoloso il passaggio a piedi su di esse. Inoltre, non vennero realizzati tombini e strutture adeguate per lo sversamento dell'acqua piovana. La vicenda è stata oggetto del vaglio della magistratura, al fine di chiarire i dubbi sulla effettiva sussistenza di un complesso sistema di truffe e corruzioni che - ove accertato - sarebbe risultato enorme. Tale vicenda processuale, iniziata già nel 1991, ha trovato una sua conclusione nel 2006: la I sezione del Tribunale di Napoli è pervenuta ad una sentenza complessa. Essa ha infatti accertato l'esistenza del fenomeno di tangenti e corruttela. 

Alla fine degli anni '80 più volte era ventilata l'ipotesi di intitolare l'impianto ad Attila Sallustro, storico campione degli anni '30, ma l'idea non è mai stata attuata. 

Il 6 dicembre 2009, in occasione del 50º anniversario dell'inaugurazione dell'impianto, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha consegnato, prima dell'inizio della gara in programma Napoli-Bari, una maglia azzurra con il numero "50" a tre protagonisti della gara inaugurale contro la Juventus, ovvero Luís Vinício, Elia Greco e Dolo Mistone. 

Il processo di degrado della struttura ha reso più volte il San Paolo inagibile per lo svolgimento di gare di campionato; ciò si è verificato in particolare nel settembre del 2001 dopo un drammatico nubifragio, che fra l'altro provocò due morti e miliardi di danni in tutta la città. Tra le strutture più colpite ci fu proprio lo stadio; il Napoli fu costretto a giocare gli incontri casalinghi prima a Cava de' Tirreni, Stadio Simonetta Lamberti, e poi allo Stadio Santa Colomba di Benevento, tornando a giocarvi solo a gennaio del 2002 in occasione del derby con la Salernitana, dopo ingenti lavori di riqualificazione resi possibili dallo stato di calamità deciso dal Governo. Il problema è legato all'insufficienza del collettore fognario Arena Sant'Antonio, ma anche ad un problema di carattere strutturale: nello stadio, situato nel punto più basso di Fuorigrotta, arrivano tutte le acque che scendono dalla zona collinare di Monte Sant'Angelo. Inoltre, nel febbraio del 2005, il presidente del Napoli De Laurentiis esprimeva l'assoluto bisogno almeno di un nuovo manto erboso, dato che quello vecchio era stato erroneamente poggiato su sabbia di mare e non di fiume. I rapporti tra il club e il Comune sono regolati da una convenzione firmata nel novembre del 2005 dopo un lunghissimo dibattito in Consiglio comunale. Con il passare degli anni, molti esponenti politici si sono convinti dell'errore commesso con l'approvazione della delibera. Nel 2009, in seguito all'accertamento di un deficit importante nelle casse comunali, la Giunta Iervolino ha annunciato l'intenzione di vendere l'impianto. Si era addirittura pensato di costruire un nuovo stadio nella zona di Scampìa, sul modello dell'Allianz Arena di Monaco di Baviera, ma il progetto è stato bocciato a causa della mancata assegnazione all'Italia dei campionati europei di calcio 2012. Da più parti si spinge per la costruzione di un nuovo impianto nel quartiere Ponticelli, alla periferia orientale della città. 

Con la chiusura del terzo anello la capienza omologata dello stadio è ridotta a 60.240 posti. Vari lavori sono stati, comunque, eseguiti per l'adeguamento della struttura alle direttive della legge Pisanu: sono stati installati tornelli e costruite zone di prefiltraggio; inoltre, sono state installate 76 telecamere all'interno e all'esterno dello stadio, alcune delle quali direttamente collegate alla stazione di polizia, per monitorare gli spettatori. Con un sopralluogo effettuato nel settembre 2007, i commissari FIGC, responsabili delle autorizzazioni UEFA, hanno autorizzato lo svolgimento di partite europee al San Paolo. Attualmente lo stadio vanta una valutazione di 3 stelle UEFA. 

Nel luglio 2008, in seguito al ritorno del Napoli in competizioni europee, sono state apportate ulteriori ristrutturazioni: l'inserimento di serpentine all'esterno dello stadio, cartelloni italiano-inglese all'esterno delle entrate principali, l'ampliamento della sala Stampa e lavori di manutenzione alla copertura. Nell'estate 2009 la precaria qualità della struttura ha portato alla chiusura di un settore dello stadio per permettere lo svolgimento di lavori di manutenzione, finanziati dal comune di Napoli. Tuttavia, il presidente della società sportiva SSC Napoli rilascia, pochi mesi dopo, un'intervista con la quale chiarisce i suoi progetti per lo stadio San Paolo, dicendo che provvederà a ristrutturare il precario stadio. 

Nel corso dell'estate 2010, la società ed il comune di Napoli, tramite l'assessorato allo sport hanno proceduto, dopo 23 anni, ad un'ampia opera di restyling, che ha visto il rifacimento del manto erboso, del sistema di irrigazione, di drenaggio e di deflusso delle acque piovane e la riqualificazione di alcuni settori dello stadio. In particolare il rifacimento del manto erboso ha richiesto interventi eccezionali, come lo scavo di oltre un metro sotto il livello del terreno, il rifacimento del sottomanto e l'innesto di zolle erbose la cui peculiarità è quella di essere maggiormente calpestabili in quanto più facilmente rigenerabili. Il terreno di gioco è stato interamente rimosso fino ad una profondità di 40 centimetri. È stato sostituito l'impianto di drenaggio, rifatto completamente lo scarico fognario e messo in funzione un nuovo metodo di irrigazione che agisce su un substrato poroso che faciliterà l'ottimale crescita del nuovo prato naturale. Ai margini del terreno di gioco, le panchine sono state "interrate": con questa nuova soluzione, ora sporgono meno di un metro risolvendo quindi i problemi di visibilità tipici della precedente sistemazione. Era dal 1987 che il tappeto di gioco del San Paolo non veniva cambiato. 

Per quel che concerne la struttura, si è proceduto con la sostituzione delle sedute del settore autorità, ampliando la capacità di questa di 200 posti ed installando nuovi schermi tv che consentano la visione dei replay, mentre negli altri settori dello stadio sono stati sostituiti i sediolini mancanti o danneggiati con quelli del terzo anello chiuso al pubblico, e si è provveduto ad una radicale pulizia dei rimanenti. 

L'inaugurazione dell'impianto con le nuove dotazioni è avvenuto il 3 agosto 2010 con l'amichevole Napoli - VfL Wolfsburg, vinta dalla squadra partenopea con il risultato di 2-1. 

Ad inizio febbraio 2010 l'assessore allo sport di Napoli Alfredo Ponticelli aveva confermato, nel caso di designazione dell'Italia come sede degli Europei del 2016, una radicale ristrutturazione e trasformazione dello stadio. Il progetto presentato prevedeva l'eliminazione della pista di atletica, il totale rifacimento ex novo degli spalti con avvicinamento al campo, lo smantellamento del terzo anello ed una nuova copertura, con una capienza del nuovo impianto di circa 65.000 posti a sedere e 82 skybox, ed i posti per i diversamente abili che salirebbero da 192 a 200. Il costo preventivato per la ristrutturazione dell'impianto si aggirava sugli 80 milioni di euro. Tuttavia, a causa della mancata assegnazione all'Italia dell'organizzazione di Euro 2016, il progetto è attualmente in stand by, in attesa di essere rivalutato alla luce di quest'ultima vicenda. Gli eventuali lavori, fra l'altro, non comporterebbero la totale chiusura dell'impianto in quanto sarebbero previsti i rifacimenti degli spalti "a settori", come ad esempio fu per lo stadio Luigi Ferraris di Genova in occasione dei mondiali di calcio del 1990, e quindi con una inibizione al pubblico soltanto parziale e senza che si impedisca il regolare utilizzo del campo di gioco. 

Nell'estate del 2011, il San Paolo è stato adeguato alle norme richieste dell'UEFA per la partecipazione alla UEFA Champions League 2011-2012. Le richieste dell'organo amministrativo del calcio erano: rimozione della rete di protezione del settore ospiti ed il cablaggio della sala stampa e tribuna stampa per garantire massimo comfort ai giornalisti. 

Con questo è tutto. Appuntamento a Domenica prossima.
Emanuele Pinto

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