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mercoledì 19 ottobre 2011

Un passo nella storia - Episodio 59

di Roberto Pelucchi

Quello che vi propongo oggi è un pezzo vecchio più di 50 anni, pubblicato il 10 giugno 1959 su Stampa Sera, che fa rivivere le emozioni di un Giro d'Italia seguito alla radio. La formula utilizzata ancora oggi era nata in quei tempi, con radiocronisti che hanno fatto la storia della Rai. 

“Vi parliamo, amici sportivi in ascolto, da... mentre sta per concludersi la tappa X-Y del Giro d'Italia. Cinque uomini sono in fuga, inseguiti dal gruppo guidato dalla Maglia Rosa. Dalla nostra macchina, ferma a quindici chilometri dal traguardo, attendiamo il passaggio dei primi per accompagnarli all'arrivo e descrivervi cosi dal vivo le fasi finali della corsa”. Con queste frasi, od altre di contenuto equivalente, il radiocronista Nando Martellini dava inizio nei giorni scorsi alla più riuscita trasmissione della Radio-televisione italiana al seguito del Giro d'Italia: la radiocronaca diretta degli ultimi quindici chilometri di corsa. Grazie ad una serie di arditissimi collegamenti ed accorgimenti tecnici, Martellini poteva parlare dalla sua macchina lanciata verso il traguardo, cedendo di tanto in tanto la linea al collega Enrico Ameri, in attesa sul traguardo per la radiocronaca dell'arrivo, ed inserendo pure nella conversazione con gli ascoltatori le altre macchine della Rai al seguito della corsa, al fine di stabilire attraverso questi contatti intermedi l'evolversi del distacco tra i fuggitivi e gli inseguitori. Una trasmissione riuscitissima, che ha permesso ai “fedelissimi” della radiocronaca pomeridiana di vivere intensamente le fasi finali della corsa. Una trasmissione che faceva parte della perfetta serie di servizi giornalistici realizzati dagli “amici in tuta azzurra” al seguilo del Giro d'Italia, guidati da Giorgio Boriani, capo dei servizi sportivi della Rai-tv. Nando Martellini, oltre a curare la radiocronaca diretta insieme ad Enrico Ameri, collaborava con Sergio Zavoli per la rubrica radiofonica quotidiana “Commenti ed interviste” delle 20.20, mentre Paolo Valenti era il responsabile del taccuino sonoro “Senza freni”, che presentava ogni sera, con la collaborazione di Carlo Battone e Luciano Rispoli, gli aspetti più curiosi della corsa, guardati attraverso le lenti dell'umorismo e della satira più bonaria. Nino Greco infine curava i collegamenti delle vetture della Rai con le varie edizioni del Giornale-radio. La serie dei servizi per i telespettatori dal Giro d'Italia, sotto la regia di Coccorese, Tabarelli e Morabito, si articolava invece nella telecronaca dell'arrivo, curata da Giuseppe Albertini e Adone Carapezzi, nel film serale della tappa seguito dalle interviste, curate da Adriano De Zan e Paolo Rosi con la collaborazione degli operatori Duilio Chiaradia e Giuseppe Sottile ed infine nell'ormai tradizionale commento di Gino Bartali. L'aspetto dell'attività degli “amici in tuta azzurra” meno conosciuto dal pubblico è però quello che, a noi del seguito, era il più utile e più gradito: il “Servizio informazioni in corsa” coordinato dal dott. Raffaello Annunziata. Con la radio di bordo sintonizzata sull'onda di cento metri, i giornalisti e tutti gli altri “suiveurs” potevano, grazie a Rai 1, Rai 2 e Rai 3, le tre trasmittenti mobili aggregate alla corsa, seguire l'andamento della competizione in ogni più piccola fase. “Rai 1 chiama Rai 2. Dammi O.K.”. Ed ottenuto l'O.K. la macchina numero uno, con a bordo il giornalista Giovanni Bollini (capo ufficio stampa del Giro ed incaricato della lettura delle informazioni in francese per i giornalisti stranieri) ed il tecnico Giuseppe Quaglia, dava le notizie sull'andamento della lotta in testa alla corsa. Rai 2 con la voce di Carlo Battone ripeteva queste notizie, aggiungendo i particolari della lotta nelle posizioni di coda, mentre da Rai 3 Luciano Rispoli, oltre a ripetere ancora le notizie per i giornalisti, faceva da battistrada al Giro precedendo di qualche minuto la corsa ed annunciando la situazione al pubblico in attesa lungo le strade. Un servizio attentissimo, scrupoloso, rimasto a galla in tutta la sua efficacia anche quando le difficoltà altimetriche o meteorologiche rendevano più difficile il mantenimento dei contatti radio. Un servizio che — al pari di quello lodevolissimo della polizia stradale — merita Ia piena gratitudine di chi si congeda dal Giro d'Italia.

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