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mercoledì 20 ottobre 2010

Un passo nella storia - Episodio 33

di Roberto Pelucchi
Emanuele Giacoia è stato per molti anni radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto. In forza alla sede calabrese, veniva inviato soprattutto sui campi del Sud Italia. Prima di una radiocronaca ad Avellino, fu testimone dell'agguato a Luigi Necco, gambizzato dalla camorra a causa delle troppe critiche alla proprietà dell'Avellino. Vi propongo appunto il pezzo dell'Ansa del 29 novembre 1981 firmato da Raffaele Schiavone. E' la cronaca di quella giornata assurda, con la testimonianza diretta di Giacoia.

Il mondo del calcio ha vissuto oggi un altro triste capitolo della sua storia. Ad Avellino, dove si trovava per il servizio sulla partita tra la squadra locale ed il Cesena, il giornalista televisivo Luigi Necco è rimasto vittima di un agguato compiuto, come gli investigatori ritengono, da alcuni tifosi fanatici. Necco, che ha 47 anni e lavora alla sede Rai di Napoli, è rimasto ferito con tre colpi di pistola, due dei quali lo hanno raggiunto alla gamba destra ed uno alla regione glutea. I sanitari dell'ospedale civile di Avellino lo hanno giudicato guaribile in trenta giorni. Necco era da poco uscito dal ristorante ''Cinzia'' del quale è titolare Titino Leo un azionista della società calcistica irpina. In viale San Modestino, a Mercogliano, un piccolo centro a sei chilometri dal capoluogo. Era in compagnia del collega Emanuele Giacoia, della sede Rai di Cosenza il quale avrebbe dovuto commentare le fasi dell'incontro per le reti radiofoniche. Poco lontano si trovava un altro giornalista napoletano, Francesco Degni, del ''Corriere dello Sport''. Necco e Giacoia stavano salendo a bordo dell'auto del giornalista partenopeo quando, improvvisamente, da dietro un grosso platano è uscito l'attentatore con al fianco, probabilmente, un complice. Lo sconosciuto, che impugnava una pistola calibro 7,65, come ritengono gli investigatori, a quindi sparato tre colpi contro Necco. ''Dopo essere stato raggiunto dai proiettili – ha raccontato il giornalista ferito ai colleghi - mi sono girato e con la coda dell'occhio ho visto un giovane vestito di blu che scappava. Non ho notato altro né prima né dopo l'agguato''. Il primo a soccorrerlo è stato Giacoia, al quale Necco ha gridato ''aiutami, mi hanno colpito alla gamba destra''.
''E' stato tutto così improvviso - ha detto Giacoia -. Necco ed io stavamo ammirando la bellezza e la tranquillità della zona''. Stavamo salendo in macchina - ha detto ancora Giacoia - quando ho sentito le tre detonazioni. Ho pensato allo scoppio di petardi. Ho invece udito la voce di Luigi che chiedeva aiuto”. Portato all'ospedale civile di Avellino, Necco è stato visitato dal dott. Caputo che gli prestato le prime cure. Il telecronista è stato colpito da due proiettili: uno lo ha raggiunto al polpaccio destro trapassandolo da parte a parte; l'altro, entrato dal gluteo destro, si è fermato all'altezza della tibia. L'intervento chirurgico, a detta dei medici, potrebbe anche essere evitato. Un terzo proiettile ha poi sfiorato il ginocchio sinistro del giornalista. Qualche ora dopo il ricovero, Necco ha chiesto ai sanitari di essere trasferito nella clinica ''Villa del sole'' di Napoli. Il trasferimento dovrebbe avvenire in serata o al massimo nella giornata di domani. Nella stanza numero 114 dell'ospedale, si sono recati il questore di Avellino Gatto, il dirigente della squadra mobile De Vito e il sostituto procuratore della Repubblica Gagliardi, che dirige le indagini. Tra i numerosi giornalisti che sono andati a far visita al collega ferito, il capo dei servizi giornalistici della sede Rai di Napoli Baldo Fiorentino. I due attentatori sarebbero stati visti dal giornalista Francesco Degni il quale, come ha raccontato Giacoia, li aveva notati poco prima dell'agguato in atteggiamento sospetto vicino alla propria auto, parcheggiata poco lontano da quella di Necco.
''Degni mi ha poi detto - ha raccontato Giacoia - che aveva pensato che fossero due ladri e mi ha anche precisato che erano entrambi vestiti di blu''. Successivamente, nel corso di una ricognizione sul luogo dell'agguato, gli investigatori, controllando l'automobile di Necco, hanno notato sulla tettoria alcune scritte: ''Non fare il criticone...'', ''Stai attento ai commenti che fai''. Lo stesso Necco ha poi confermato di aver ricevuto nelle ultime settimane minacce verbali da gruppi di tifosi. ''Cose, comunque, ha precisato Necco, che possono accadere a tutti i giornalisti che la domenica vanno sui campi di calcio''. Giacoia, a tal proposito, ha ricordato che durante il pranzo, poco prima dell'agguato, Necco ha raccontato che uno sconociuto gli aveva promesso di ''spezzargli le gambe'' . Per gli investigatori, la matrice è nettamente quella del fanatismo sportivo che avrebbe armato la mano di una o più persone. Non vengono però escluse altre piste in quanto Necco, in passato, ha fatto servizi su avvenimenti di terrorismo e di cronaca nera con particolare riferimento alla camorra. ''Ultimamente, però - ha detto Necco - ho seguito solo il calcio ed il terremoto, curando per quest'ultimo argomento, pochi giorni fa, un servizio per la rubrica '' nord chiama sud'' .

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