Niente da fare. Ci avevamo provato, ci avevamo sperato ma soprattutto, abbiamo sognato. E' la terribile bellezza del gioco del calcio, non c'è altra spiegazione. La maledizione della Coppa dei Campioni è una condanna grave: ne soffre la Juventus da tanti decenni, ne soffre la Sampdoria con questa dannazione del tempo supplementare, come a Wembley nel 1992. Una serata da ricordare, quando si può toccare e sentire il Paradiso e l'Inferno da un secondo all'altro. Le cose vanno così. E' in fondo un gioco, un pò del cavolo, si, ma un gioco. Sampdoria-Werder Brema è il 3-0 al minuto 92, è il 3-1 al minuto 93, è il 3-2 spezzagambe al primo tempo supplementare. Miracolo, beffa, lacrime. Urli di gioia, quasi come quelli di un bambino (perchè il calcio ci riporta tutti ad essere bimbi), quelli firmati Emanuele Dotto, autore di una radiocronaca da cuori forti, da trincea, da giacca sudata e cravatta in disordine. L'emozione è lì che prende il sopravvento, nel sottofondo di un boato stordente ed atomico come quello di Marassi. "Goooooooaaaaaaal": Dotto non si contiene, si emoziona e ci emoziona. Ci spaventa un pò quando prende la scossa per la magia numero 2 di Pazzini, arrivata nel bel mezzo di una disquisizione del bravo Tarcisio Mazzeo: pensate un pò a chi era in macchina in quel preciso istante e non ha avuto la fortuna di aver beccato fortunatamente un semaforo rosso per fermarsi e magari esultare con i suoi urli elettrizzanti che vissuti in diretta fanno accapponare la pelle e fanno venire voglia di alzare le braccia al cielo, anche quando il gooooaaal viene solo sfiorato. Dotto è sincero nella sua enfasi, sta provando e raccontando l'emozione di un genovese (così come col Genoa l'anno scorso) che assiste e si coinvolge in una Samp strabiliante che accarezza il sogno della Coppa dei Campioni. Si arriva fino al 3-0 di Cassano, con il tacco, finalmente da campione. E qui, a dir la verità, il buon Emanuele non ci capisce granchè nell'avvenire dell'azione, preso dal momento. Lo si sente esultare con un "goooaal" vibrato. Ci sta, dai.
Quello che non doveva dire, però, lo dice poco dopo, nei minuti finali. Ne parliamo scherzosamente, premettiamolo subito. Per tutto l'oro del mondo, al 90° a recupero appena iniziato, non dire che tra 5 minuti la Samp sarà in Champions, non dire che tra 5 minuti, al fischio finale, la linea torna a "Suoni d'Estate". Perchè poi la paghi. Come la caricatura di Bruno Pizzul. Ed infatti, la sentenza Rosenberg castiga e annienta i precedenti 92 minuti di gioie e sofferenze. Condanna definitiva con Pizarro e tanti saluti, con freddo flaciale d'Agosto. Alla fine, è Werder. Ed obiettivamente, aldilà del tifo ("siamo tifosi, non ottusi") non è un verdetto del tutto ingiusto. Dice bene, benissimo, Tarcisio Mazzeo:"Grazie alla Samp, ha messo tutto, però il Werder è più forte".
E noi risentiamoci, allora, le emozioni migliori di questo Sampdoria-Werder 3-2 alla radio
Quello che non doveva dire, però, lo dice poco dopo, nei minuti finali. Ne parliamo scherzosamente, premettiamolo subito. Per tutto l'oro del mondo, al 90° a recupero appena iniziato, non dire che tra 5 minuti la Samp sarà in Champions, non dire che tra 5 minuti, al fischio finale, la linea torna a "Suoni d'Estate". Perchè poi la paghi. Come la caricatura di Bruno Pizzul. Ed infatti, la sentenza Rosenberg castiga e annienta i precedenti 92 minuti di gioie e sofferenze. Condanna definitiva con Pizarro e tanti saluti, con freddo flaciale d'Agosto. Alla fine, è Werder. Ed obiettivamente, aldilà del tifo ("siamo tifosi, non ottusi") non è un verdetto del tutto ingiusto. Dice bene, benissimo, Tarcisio Mazzeo:"Grazie alla Samp, ha messo tutto, però il Werder è più forte".
E noi risentiamoci, allora, le emozioni migliori di questo Sampdoria-Werder 3-2 alla radio
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